Situato a 1,5 km da Villa Egola Casa Vacanze

San Miniato, tra Firenze e Pisa, sorge su tre colline. Appartenente geograficamente alla Bassa Valdelsa fiorentina, ma amministrativamente alla provincia di Pisa, è una meta imperdibile per un tour della Toscana.

Il borgo storico è incantevole, ma ciò che lo rende davvero speciale è la sua reputazione come una delle località toscane più importanti per la produzione e il commercio di tartufi, rendendolo il paradiso degli appassionati di questo pregiato fungo. San Miniato è una destinazione ideale tutto l’anno, sia durante la stagione estiva, quando le giornate sono calde e lunghe, sia in autunno, quando i tartufi sono la star indiscussa, fino all’inverno, quando la città viene addobbata con decorazioni natalizie.

Potrete scegliere di visitare San Miniato come base per esplorare i dintorni della Toscana o di fare una gita di un giorno da Firenze o Pisa, grazie alla sua vicinanza alle principali arterie di comunicazione. In questa guida scoprirete tutto il necessario per organizzare al meglio la vostra visita.

COSA VEDERE A SAN MINIATO


Le attrazioni da visitare a San Miniato si trovano tutte nel centro storico, facilmente percorribile a piedi. Elenchiamo qui di seguito le principali, per non perdere neanche una tappa imperdibile.

Il Duomo di San Miniato

Il Duomo di San Miniato: la cattedrale di Santa Maria Assunta e di San Genesio. E’ il luogo di culto più importante della città, situato nel cuore del nucleo antico del paese, in Piazza Prato del Duomo. Costruito nel XII secolo, il Duom è famoso per la sua facciata a salienti in mattoncini rossi, con tre portali risalenti al Cinquecento.

Alle spalle della cattedrale si trova il campanile a pianta rettangolare, noto come Torre di Matilde. Secondo un’antica leggenda, Matilde di Canossa sarebbe nata proprio qui. L’interno del Duomo è adornato da decorazioni barocche e una pianta a croce latina divisa in tre navate, con numerose sculture, opere d’arte, bassorilievi e monumenti funebri.

Tra le opere d’arte più significative, si possono ammirare la Deposizione di Cristo, un’opera di Francesco d’Agnolo detto Lo Spillo, fratello di Andrea del Sarto, l’Adorazione dei pastori di Aurelio Lomi e la Resurrezione di Lazzaro di Cosimo Gamberucci. All’inizio della navata si trova la fonte battesimale in marmo, scolpita da Giovan Battista Sandrini nel 1639.

Il Duomo, noto per la sua bellezza architettonica, è purtroppo legato ad un episodio tragico della Seconda Guerra Mondiale. Il 22 luglio 1944, durante l’occupazione tedesca della città, un proiettile d’artiglieria proveniente dalle forze statunitensi colpì la chiesa, causando la morte di 55 persone radunate dai tedeschi sul sagrato.

Per ricordare questa triste vicenda, al suo interno, il Duomo ospita una lapide commemorativa in memoria di coloro che persero la vita in quell’evento. Visita il Duomo di San Miniato per scoprire la sua storia, la sua architettura e per rendere omaggio alle vittime di questa drammatica vicenda della Seconda Guerra Mondiale.

Palazzo Vescovile

Il vescovo di San Miniato risiede presso il Palazzo Vescovile, un elegante edificio risalente al XIII secolo con due torri, note come torre Palleoni e torre dei Capitani del Popolo. Il palazzo Vescovile ha subito molteplici interventi di ristrutturazione nel corso dei secoli, tra cui la demolizione delle torri nel 1746 per realizzare un portale di pietra e le rampe d’accesso. L’ultimo restauro, visibile ancora oggi, è avvenuto nel 1977. Il palazzo Vescovile si trova sulla piazza del prato del Duomo e presenta una bellissima facciata sul lato principale, mentre il retro affacciato su piazza della Repubblica mantiene uno stile più antico.

All’interno del palazzo, la cappella dell’Assunta e di San Giovanni Battista è di particolare interesse, con splendidi affreschi realizzati da Anton Domenico Bamberini.

Seminario vescovile di San Miniato

Il seminario vescovile di San Miniato è una delle istituzioni più antiche e importanti della città. Fondato insieme alla sede vescovile, ha la funzione di formare i futuri sacerdoti. Inizialmente ospitava solo dodici chierici, ma col tempo venne ampliato fino a raggiungere la forma attuale.

L’edificio del seminario vescovile si trova su una piazza che in origine era nota come piazza del Seminario. Qui è possibile ammirare la sua bellissima facciata poliedrica, affrescata con motti religiosi in latino. La facciata è uno dei suoi elementi più caratteristici e rappresentativi, e si staglia imponente rispetto al resto dell’edificio.

Interessante notare la forma concava dell’edificio, costruito addossato alle mura di cinta della città. Al piano terra, inoltre, è possibile vedere ancora oggi le vecchie botteghe artigiane risalenti al Trecento. Qui i commercianti mettevano in mostra i loro prodotti, sfruttando gli sporti che sono ancora visibili.

Chiesa del Santissimo Crocifisso

La chiesa del Santissimo Crocifisso è una delle più importanti chiese barocche di San Miniato, costruita in soli 15 anni dal 1705 al 1718 con lo scopo di conservare un crocifisso risalente al XIII secolo che era ritenuto miracoloso. Situata nel centro storico di, accanto al municipio, la chiesa è raggiungibile tramite una bella scalinata al cui centro si trova un’opera di Francesco Baratta, una statua del Cristo Risorto.

Ma il vero tesoro della chiesa è l’interno. Qui, infatti, si possono ammirare affreschi che ricoprono quasi completamente le pareti, tra cui molti raffiguranti scene della vita di Cristo, opere di Anton Domenico Bamberini. Molto belli sono anche gli stucchi e le sculture presenti nell’edificio.

L’altare maggiore, alle cui spalle si trova un dipinto su tavola di Francesco Lanfranchi, il Cristo Risorto, completa la bellezza della chiesa. Questo dipinto comprende interamente il tabernacolo, creando un’atmosfera suggestiva e sacra.

La chiesa del Santissimo Crocifisso è un luogo da non perdere per tutti coloro che apprezzano l’arte e la spiritualità. La bellezza degli affreschi, delle sculture e dei dipinti rendono questa chiesa un luogo di grande fascino e di grande valore culturale.

Monastero di Santa Chiara

L’ex monastero di Santa Chiara è un edificio in mattoni rossi dal sobrio stile architettonico risalente al XIV secolo. Attualmente ospita il conservatorio, istituito nel 1785 come scuola femminile, e la scuola magistrale. L’edificio presenta una chiesa antistante, che può essere visitata attraverso un portale lungo il fianco sinistro. Oggi dell’antico convento si possono visitare alcune stanze (tra cui l’antico coro delle monache). Oltre alla chiesa esteriore e alla cappella dedicata a Santa Maria Maddalena.

Qui è possibile visitare il museo del conservatorio di Santa Chiara che comprende alcune stanze dell’antico convento, la chiesa e la cappella.

La ricca raccolta osservabile si è formata nel corso dei secoli attraverso le doti delle suore che prendevano i voti, i doni fatti dalle famiglie delle clarisse e i lavori eseguiti dalle stesse monache.  

La chiesa è adornata da preziose decorazioni seicentesche opera della bottega del pittore Antonio Domenico Bamberini.

All’interno sono vari i dipinti di notevole fattezza:

  • La tavola di fine Cinquecento sull’altare maggiore
  • Una pittura rappresentante l’Immacolata Concezione realizzata da Iacopo Chimenti detto l’Empoli
  • Una tavola seicentesca della bottega di Simone Pignoni
  • Un dipinto di Pier Francesco Foschi con Cristo morto sorretto dagli angeli
  • Un reliquiario di San Cratone martire, donato a questa comunità di religiose da Papa Alessandro VII.

Ulteriori opere sono costituite da altri dipinti, urne, arredi liturgici e lavori di ricamo realizzati delle suore, come alcuni paliotti in seta. Oltre al bellissimo dipinto di Ludovico Cardi detto il Cigoli, interessanti sono gli arredi, come i due crocifissi medievali: il primo firmato da Deodato Orlandi e datato 1301, il secondo riferibile al senese Jacopo di Mino del Pellicciaio (1340 circa).

Rocca di Federico

La Rocca di Federico II, o Torre Federiciana, è il simbolo incontrastato di San Miniato e una delle ultime cose da vedere in città. La torre, risalente al XIII secolo, fu distrutta durante la Seconda guerra mondiale e ricostruita esattamente come l’originale nel 1958. Oggi è aperta al pubblico e rappresenta uno dei principali luoghi della città.

La Rocca sorge sulla vetta del più alta dei tre colli che compongono San Miniato e prende il suo nome da Federico II di Svevia, che fu il responsabile della costruzione di una rocca a protezione della città. Visitandola, è possibile arrivare sulla cima, da cui si può ammirare un bellissimo panorama. Da un lato, si può vedere San Miniato dall’alto, con i suoi tetti e le sue chiese, mentre dall’altro la vista spazia su tutto il circondario, con il Valdarno, le colline volterrane, gli Appennini e persino il mare.

Museo Diocesano d’Arte Sacra

Una collezione di oggetti e dipinti sacri rinvenuti nella cattedrale.

l Museo Diocesano d’Arte Sacra di San Miniato è ospitato nei locali adiacenti alla Cattedrale, dove anticamente si trovavano le sagrestie e raccoglie  opere di scultura, pittura e arti minori provenienti da varie parrocchie della diocesi, con il fine di conservarle e valorizzarle.

I nuclei principali delel opere provengono dalla Cattedrale di San Miniato, dalla Chiesa e dal Convento di San Francesco, dalla Chiesa di San Jacopo e Lucia e dalla Chiesa di Santo Stefano. I dipinti seicenteschi provengono dal lascito (1910) del cardinale Alessandro Sanminiatelli alla canonica di Montecastelli.

Tra i dipinti si segnalano:

  • La Santa Caterina d’Alessandria attribuita a Jacopo di Cione (1370)
  • Due opere del fiorentino Neri di Bicci (1418-1492)
  • Due bellissime scene della Passione di Cristo di un ignoto maestro fiammingo della fine del Cinquecento
  • Il San Francesco morente attribuito a Giovanni Bilivert (1585-1644).

Tra le sculture spiccano le lastre dell’ambone della cattedrale firmate da Giroldo di Jacopo da Como (1274). E il busto in terracotta del Redentore, già riferito all’attività del Verrocchio ed ora attribuito al suo allievo Agnolo di Polo. Tra le opere di arte minore si segnala il gruppo di 31 bacini ceramici di manifattura nord-africana della fine del XII secolo. Rimossi dalla facciata della Cattedrale.

Museo della scrittura 

A San Miniato il centro didattico pensato soprattutto per i bambini

l Museo Didattico sulla Civiltà della Scrittura di San Miniato ricostruisce con originali e facsimile alcune tappe della storia della scrittura attraverso l’evoluzione dei supporti su cui la scrittura è stata depositata e conservata.
Il museo documenta inoltre i materiali con cui i supporti sono stati incisi, graffiati, scritti. In una nuova sezione dedicata alla storia dei numeri, il visitatore può apprendere la storia delle antiche numerazioni, le varie forme di calcolo e poi metterle in pratica con la partecipazione a giochi logico-matematici e storici.

Il museo è pensato principalmente per gli studenti della scuola primaria e secondaria inferiore, che partecipando ai laboratori didattici possono utilizzare gli oggetti e gli strumenti esposti e, attraverso il gioco, trasformarsi per un giorno in scriba, amanuensi e scalpellini. Ad un percorso didattico sulla storia dei supporti, dei segni, delle scritture e degli alfabeti, si affiancano laboratori specifici che approfondiscono la scrittura egizia, quella etrusca, lo scriptorium medievale, la stampa con il torchio e le pitture rupestri.

Oratorio del Loretino

Costruito alla fine del XIII secolo, presenta le pareti e le volte completamente affrescati. L’oratorio del Loretino di San Miniato prende il nome da una statua lignea rappresentante la Madonna di Loreto collocata in questa chiesa. In particolare, la scultura si trova nella nicchia centrale dell’altare in legno sulla parete di fondo dell’oratorio.

In origine, questo spazio religioso aveva funzione di cappella privata per i governanti. Venne infatti costruita all’interno del palazzo comunale nel XIII secolo. Nel 1399, poi, acquisì importanza anche per l’intera comunità, in quanto vi fu collocato qui un crocifisso ritenuto miracoloso e molto venerato nella tradizione popolare, poi rimasto in questa sede fino a Settecento inoltrato. A mano a mano, l’oratorio fu abbellito: si realizzò una cancellata di stile gotico intorno al vano presbiteriale; poi, nel XV secolo, vennero decorate anche le pareti.

La cappella venne infatti affrescata con scene dell’infanzia di Cristo e della Passione, mentre sulle vele delle volte vennero raffigurati la Sibilla Eritrea, il Re David e i quattro Evangelisti. Tra le tante migliorie, anche la realizzazione di un altare ligneo, nella prima metà del Cinquecento: intagliato dai maestri fiorentini Luca e Bastiano, è costituito da varie nicchie, dove sono inserite tavole pittoriche dipinte da Francesco Lanfranchi. In particolare, spiccano i due Santi patroni della città, San Genesio e San Miniato. Anche la predella è dipinta, ma in questo caso ci sono scene della Passione, che sono una continuazione di quelle sulla parete.

Collezione dell’Arciconfraternita della Misericordia

Opere d’arte sacra, preziosi reliquiari e antiche ambulanze all’interno di un palazzo storico. La collezione dell’Arciconfraternita della Misericordia di San Miniato è un tesoro nato da numerose donazioni avvenute nel corso di secoli. Attualmente è ospitata nella sede dell’organizzazione, nello storico palazzo Roffia, edificio della seconda metà del Cinquecento con una facciata in stile tardo rinascimentale.

Gli oggetti che nel tempo sono stati raccolti sono sia opere d’arte sacra – di epoca medievale, rinascimentale e barocca – che elementi che documentano la storia di questa istituzione e la sua opera di soccorso e di assistenza. Molti sono i paramenti sacri e gli arredi legati all’attività dei confratelli.

All’interno di questa mostra permanente si fa notare senza dubbio il gruppo ligneo duecentesco della Deposizione, opera collocata in origine nella cappella del monastero della Santissima Trinità. Lo affiancano un dipinto dell’Incoronazione della Vergineuna tela del Seicento con i Santi Giorgio, Giovanni Evangelista, Cecilia e Giuseppe; una Madonna con bambino del XVI secolo, probabilmente di Francesco Lanfranchi.

La collezione si compone anche di alcuni reliquiari, come quello contenente la stola di San Carlo Borromeo, e di storica attrezzatura per l’attività dell’Arciconfraternita. Una testimonianza di quest’ultima è l’antica ambulanza dell’Ottocento, che un tempo, trainata da cavalli, era da ausilio per il trasporto degli infermi.

Raccolta dell’accademia degli Etruschi

Fra le opere esposte, la maschera funeraria di Napoleone Bonaparte. Accademia degli Euteleti è un’istituzione che fa parte del Sistema Museale di San Miniato. Fondata nella prima metà del XVII secolo, l’Accademia riuniva gli intellettuali della città sotto lo stemma di un cavallo che corre vittorioso alla meta. Suo scopo principale fin dalla nascita fu la diffusione e lo sviluppo non solo del patrimonio letterario, ma soprattutto del sapere scientifico e degli studi legati allo sviluppo dell’agricoltura.

Attualmente l’Accademia degli Euteleti dispone di un museo ed espone importanti documenti archivistici, stampe antiche e prestigiose opere di grafica contemporanee di Pietro Parigi (1892-1985) e del pittore samminiatese Dilvo Lotti. Inoltre per il suo valore storico e documentario è di straordinario interesse la Maschera Funeraria di Napoleone Bonaparte, la cui famiglia aveva origini proprio di San Miniato.

PIATTI E PRODOTTI TIPICI


Durante l’autunno, il tartufo bianco è il protagonista indiscusso della cucina sanminiatese. A differenza di altri tartufi, viene apprezzato non solo crudo, ma anche su piatti caldi, come tagliatelle, scaloppine, uova o risotti.

Inoltre, la zona è rinomata per i suoi ottimi vini e profumatissimi oli extravergine di oliva. Qui vengono prodotti anche numerosi tipi di salumi, come il mallegato, che trae origine nel Medioevo ed è stato sempre consumato dalle famiglie contadine di San Miniato. senza dimenticare la famosa bistecca fiorentina e la trippa.

Infine, è consigliabile assaggiare la spuma di gota di maiale, un patè morbido di colore rosato e unico nel suo genere, spalmato sui crostini come antipasto.

 

IL TARTUFO A SAN MINIATO


Il tartufo di San Miniato è un pregiato prodotto tipico della zona, il Tuber Magnatum Pico, conosciuto come tartufo bianco delle colline sanminiatesi, che qui cresce in abbondanza e con una qualità elevatissima. Grazie alla sua importanza economica e sociale, la città organizza ogni anno diversi eventi dedicati al tartufo, tra cui la Mostra mercato nazionale del tartufo bianco di San Miniato, conosciuta anche come Sagra del tartufo di San Miniato. Questo evento si tiene sin dal lontano 1969, nella suggestiva piazza del Duomo, durante gli ultimi tre fine settimana di novembre.

Tartufo: la sua produzione è incentrata a San Miniato dove si trova Villa Egola Casa Vacanze

Oltre alla Mostra mercato, vi sono anche altre manifestazioni legate al tartufo che si svolgono nelle varie località del comune. Ad esempio, la festa del tartufo di Corazzano, che si tiene la prima domenica di ottobre, la festa del tartufo e del fungo di Balconevisi, la terza domenica di ottobre, e la festa del tartufo marzuolo di Cigoli, in primavera.

San Miniato, oltre ad essere una delle città più importanti per la produzione di tartufo bianco, può vantare un primato davvero eccezionale: qui fu trovato il tartufo bianco più grande della storia. Nel 1954, infatti, il cacciatore Arturo Gallerini e il suo cane Parigi trovarono un esemplare di tartufo bianco dal peso eccezionale di 2,5 chilogrammi.

Il tartufo, che venne donato al presidente americano Dwight D. Eisenhower, rappresentò una grande vittoria per il mondo del tartufo italiano e per la città di San Miniato, che ne divenne l’indiscussa protagonista. Per celebrare questo evento straordinario, fu addirittura realizzato un monumento in ferro battuto, ideato dall’artista locale Massimiliano Benvenuti. Il monumento raffigura un cane da tartufo che regge un enorme tartufo bianco, e si trova proprio nella zona del centro storico di San Miniato.

COME RAGGIUNGERE SAN MINIATO


San Miniato è una città situata nella provincia di Pisa, equidistante dai centri di Firenze e Pisa, e a soli due chilometri dalla Villa Egola, una casa vacanza ideale per soggiornare. La città si trova in una posizione strategica, vicina ad Empoli e Pontedera e a pochi passi dallo svincolo della superstrada Firenze-Pisa-Livorno.

San Miniato è comodamente raggiungibile in auto grazie all’uscita omonima della superstrada Firenze-Pisa-Livorno, situata a breve distanza dal centro storico. In particolare, appena usciti dall’autostrada, ci si trova nell’abitato di San Miniato Basso, distante soltanto un paio di chilometri dal centro. Grazie alla sua posizione strategica, la città è una meta perfetta per una gita in giornata: Firenze dista circa 45-50 minuti di macchina, mentre Pisa è raggiungibile in circa 35-40 minuti. Anche dalla costa toscana è facile raggiungere San Miniato: si impiegano circa 45 minuti da Livorno e un’ora da Viareggio.

Per chi preferisce i mezzi pubblici, la città dispone della stazione ferroviaria San Miniato-Fucecchio, servita dai treni regionali sulla linea Firenze-Empoli-Pisa. La stazione si trova a San Miniato Basso e da qui partono frequenti autobus urbani (linea 320) che portano direttamente nel centro storico.

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